15 gennaio 2004
Olio extravergine
La nuova frontiera dell'eccellenza
 
si ringrazia
Azienda Vitivinicola Planeta

a cura di Francesca Antonangeli

      Il 97% della produzione di olio d'oliva proviene dai paesi mediterranei, con una punta del 75% nella UE. In Italia si produce olio in tutte le regioni tranne che in Piemonte e Val d'Aosta, ma in questo campo si può dire che siamo come ci presentavamo 50 anni fa per la produzione del vino. Questo perché non c'è una legge seria che tuteli la qualità del prodotto e perché esistono sul mercato oli di svariata tipologia, caratteristiche organolettiche e soprattutto differente prezzo che alla fine riportano sempre la denominazione di olio extravergine di oliva. In questo modo è difficile che il consumatore venga tutelato. In Italia abbiamo un patrimonio incredibile, oltre 700 cultivar (varietà) diverse a fronte delle 20 che ci sono in Spagna. Se avessimo una legge diretta alla promozione della qualità sull'olio d'oliva non avremmo rivali al mondo. Abbiamo oli particolari, che vanno dalla delicatezza estrema dell'olio ligure con la varietà Taggiasca, all'altrettanto delicata varietà degli oli del Garda, alla complessità di quelli toscani, alla potenza dell'olio pugliese, all'eleganza straordinaria dell'olio calabrese.

Regione Tot. Cultivar Principali Cultivar
Abruzzo 25 Leccino, Frantoio, Tortiglione, Dritta, Carboncella, Gentile di Chieti, Nebbio, Intosso, Olivastro, Castiglionese, Cucco, Rustica, Tortiglione
Basilicata 29 Majatica di Ferrandina, Faresana, Dolce di Chiaromonte, Ogliarola rapollese
Calabria 34 Carolea, Tondino, Grossa di Cassano, Grossa di Gerace, Sinopolese, Ottobratica, Dolce di Rossano
Campania 104 Caiazzana, Carboncella, Nostrale,Ogliarola, Biancolilla, Ortice, Ortolana,Pisciottana, Minutella, Palombina, Carolea, Ravece, Coratina
Friuli Venezia Giulia 5 Biancheria, Carbonara, Corniola, Marina, Torcolo
Emilia Romagna 19 Nostrana di Brisighella, Ghiacciolo, Correggiolo, Selvatico, Capolga, Colombina
Lazio 42 Canino, Carboncella, Frantoio, Moraiolo, Leccino, Pendolino, Rosciola, Itrana, Minutella, Maurino, Raja, Olivastrone, Olivago
Liguria 25 Taggiasca, Colombaia, Lavagnina, Razzola, Olivastrone, Merlina, Fiandola, Lantesca, Pignola, Rossese
Lombardia 25 Leccino, Moraiolo, Frantoio, Casaliva, Gargnà, Grignola
Marche 29 Frantoio, Moraiolo, Leccino, Mignola, Raggia, Rosciola, Dritta, Laurina, Orbetana
Molise 40 Cerasa di Montenegro, Autrina di Venafro, Cellina di Rotello, Moraiolo,Gentile di Larino
Puglia 53 Peranazana, Coratina, Cima di Mola, Ogliarola Garganica, Bella di Cerignola, Pizzuta Barese, Tondella, Corniola, Cellina di Nardò
Sardegna 32 Bosana, Semidana, Tonda di Villacidro, Nera di Villacidro, Tonda di Cagliari, Bianca di Cagliari, Pizz'e Carroga
Sicilia 60 Cerasuola, Nocellara del Belice, Biancolilla, Ogliarola Messinese, Tonda Iblea, Nocellara Etnea, Moresca, Aitana, Piriccudara, Santagatese, Crastu, Citrara, Tunnulidda
Toscana 110 Moraiolo, Frantoio, Leccino, Pendolino, Maurino, Scarlinese, Olivastra Seggianese, Arancino, Colombino, Correggiolo
Trentino 9 Casaliva, Favarol, Gragnà, Raza, Leccino, Grignan,
Umbria 35 Frantoio, Leccino, Moraiolo, Dolce Agogia, Raio, Orbetana, Carboncella, Borgiona, Pocciolo.
Veneto 26 Casaliva, Favarol, Gragnà, Trepp, Marzemina

PLANETA
(Menfi AG)
Olio Extravergine d'oliva
varietà Nocellara del Belice, Biancolilla, Cerasuola
LE BALZE
(Paciano PG)
Olio Extravergine d'oliva
monocultivar denocciolato varietà Moraiolo, metodo Veronelli
PICCARDO & SAVORÈ
(Oneglia IM)
Olio Extravergine d'oliva
Dop Riviera ligure varietà Taggiasca

La nuova frontiera

EXTRAVERGINE
E
SORPRESE...

Focus sul
Manifesto in Progress©
di Luigi Veronelli

Luigi Veronelli©
GLI ABBINAMENTI CON IL VINO
      Sull'olio d'oliva, che ha come carattere predominante l'untuosità, gli abbinamenti dipendono ovviamente dal tipo di preparazione. Generalmente la componente migliore per smorzare l'untuosità ed asciugare la bocca è il tannino che svolge un ruolo importantissimo, ma quando abbiamo una preparazione sulla quale il tannino potrebbe dare fastidio (es:componenti dure del cibo) anche l'alcol aiuta molto.
      Comunque, più aumenta l'untuosità più dovrebbe aumentare la struttura del vino. Per una frittura di pesce ad esempio può andare bene un rosso frizzantino oppure uno spumante.
LE CLASSIFICAZIONI
(aggiornate al 31/12/2003)
      Per quanto riguarda le classificazioni esistono innanzitutto oli di oliva e oli di altra natura. L'olio di oliva è più sano e più adatto anche per le cotture e le fritture perché ha una consistenza diversa e tiene in modo diverso il calore. Il cosiddetto punto di fumo identifica il grado di temperatura al di sopra del quale l'olio è come se si sfaldasse, e le profonde alterazioni molecolari si traducono in tossicità per l'organismo umano. Quindi più elevato è questo punto di fumo e più elevato è il pregio dell'olio.
      L'olio di oliva è non a caso l'olio con il più elevato punto di fumo, supera i 200-220°C; quando si passa ad altre categorie, l'unico olio con un punto di fumo leggermente inferiore è l'olio di semi arachidi, ma al di là di questo gli altri oli (soia, girasole, ecc.) hanno punti di fumo estremamente inferiori (130-140°C), il che significa che sono inadatti alla cottura. C'è da dire che ci sono anche degli oli d'oliva inadatti alla frittura, per il fatto che hanno una carica aromatica notevole che coprirebbe tutto cedendo molto alla sostanza che cuociamo.

DENOMINAZIONI
OLIO
DI OLIVA
VERGINE
olio ottenuto dal frutto dell'olivo mediante processi meccanici o altri processi fisici, in condizioni che non causano alterazione, e che non hanno subito alcun trattamento diverso da lavaggio, decantazione, centrifugazione, filtrazione, esclusi gli oli ottenuti mediante solvente o con coadiuvanti ad azione chimica o biochimica, o con processi di riesterificazione e qualsiasi miscela con oli di altra natura.
Le sottodenominazioni sono le seguenti: Acidità
OLIO EXTRAVERGINE
D'OLIVA
La nostra legge dice di fatto che un olio extravergine di oliva per essere venduto come tale deve avere un'acidità massima espressa in percentuale di acido oleico <= 0,8%, e allo stesso tempo deve essere perfetto dal punto di vista organolettico.
<= 0,8%
OLIO
D'OLIVA
VERGINE
Al di sotto troviamo l'olio d'oliva vergine, organoletticamente perfetto con una acidità <= 2%.
<= 2%
OLIO
D'OLIVA
LAMPANTE
Infine esiste l'olio d'oliva lampante, dal gusto imperfetto o difettoso e con un'acidità > 2%. Quest'olio non è commestibile e deve essere destinato ad altri usi industriali, non per il settore alimentare.
> 2%
      In realtà per quanto riguarda l'olio extravergine il consumatore non è affatto tutelato. Sull'etichetta non è infatti obbligatorio indicare la provenienza delle olive né i tagli effettuati con le miscele più disparate, viene spesso riportata solamente la dizione "Prodotto in Italia" che non vuol dire nulla, perché potrebbe essere un olio le cui olive sono straniere ma frante in Italia; può essere altresì prodotto all'estero ma raffinato da noi, ma peggio ancora le grandi multinazionali dell'olio tendenzialmente acquistano olio lampante su mercati inferiori e abbassano chimicamente l'acidità al di sotto dellO 0,8% e lo imbottigliano. Ciò non significa a priori che sia nocivo, ma non c'è la dovuta trasparenza nei confronti dei consumatori.
     Altre tipologie di olio sono:  Acidità 
OLIO
DI OLIVA
RAFFINATO
olio ottenuto dalla raffinazione di oli vergini < 0,3%
OLIO
DI
OLIVA
olio ottenuto dal taglio di olio d'oliva raffinato con olio di oliva vergine (diverso dal lampante) < 1%
OLIO
DI SANSA DI OLIVA
GREGGIO
olio ottenuto dalla sansa di olive mediante trattamento con solvente o processi fisici  
OLIO
DI SANSA DI OLIVA
RAFFINATO
olio ottenuto dalla raffinazione di olio di sansa di oliva greggio < 0,3%
OLIO
DI SANSA DI OLIVA
olio ottenuto dal taglio di olio di sansa di oliva raffinato e di olio di oliva vergine (escluso il lampante) < 1%
      La sansa è costituita dai residui della spremitura, composti da rottami di frutti, noccioli, semi, che costituiscono circa il 40% delle olive iniziali.


LE FASI DI PRODUZIONE

      Il processo estrattivo comprende diversi passaggi e ogni momento della trasformazione deve essere attentamente controllato per ottenere un extravergine di ottimo livello. Il primo passaggio è la defogliazione seguita dall lavaggio. Le olive raccolte devono essere ripulite d'ogni impurità, tipo rametti, foglie, terra che potrebbero portare ad avere poi un prodotto con un sentore legnoso o di terra, oppure con un'eccessiva colorazione verde dovuta alla clorofilla delle foglie.
      Si passa poi alla frangitura, per la quale possono essere utilizzate macine in pietra o frangitori meccanici. Già in questo passaggio è importantissimo controllare la temperatura, soprattutto se il processo è effettuato con frangitori meccanici che possono operare ad un elevato numero di giri. Passiamo poi alla gramolazione, processo con il quale la pasta d'oliva ottenuta dalla frangitura è tenuta in una lenta agitazione, a temperatura costante e controllata, per permettere l'aggregazione delle gocce d'olio in modo da poter poi estrarle attraverso la centrifugazione. Non controllare la temperatura in rapporto con il tempo di gramolatura fa insorgere in questo passaggio i difetti di rancido, metallico, cotto. I tempi d'aggregazione sono in relazione alla maturazione del frutto alla raccolta e soprattutto al tipo di frangitura utilizzata: più questa sarà stata spinta, più le goccioline da riaggregare saranno piccole e quindi maggiore il tempo di gramolazione.
      A questo punto l'olio sarà estratto dalla pasta d'oliva. I processi utilizzati sono vari: discontinuo della pressione o tradizionale, continuo della centrifugazione in due o tre fasi e quello di percolamento-centrifugazione. Ogni sistema ha vantaggi e svantaggi e si adatta, più o meno bene, al tipo di frutto utilizzato, al suo livello di maturazione, alla percentuale di polifenoli contenuta nel frutto ecc..
      Si può a questo punto parlare di conservazione, passaggio delicato dove il contatto con l'aria può aumentare l'acidità del prodotto e l'appiattimento delle note aromatiche, con l'insorgenza di difetti come il rancido, causato dall'ossidazione, o morchia, fermentato, causati per esempio da fermentazioni innescate dalle sostanze anaerobiche che vengono a contatto con la superficie oppure dai depositi sul fondo dei recipienti. Le regole di base per una buona conservazione sono ridurre al minimo il volume d'aria a contatto con il prodotto, mantenere bassa la temperatura, evitando però la solidificazione, evitare il contatto con luce, calore e metallo. A tal proposito è ovviamente importante considerare le condizioni di stoccaggio e deducendo da quanto esposto finora sono da evitare i vecchi sistemi di contenimento quali giare di terracotta, latta, vasche di pietra o di cemento vetrificato. Si deve preferire il contenitore in acciao inossidabile e possibilmente utilizzare gas inerti, quali l'azoto, per ridurre la quantità di ossigeno presente nello spazio di testa. Durante il periodo di stoccaggio deve essere mantenuta la temperatura ottimale di 10-18°.
      Prima del confezionamento si deve porre attenzione alla filtrazione, per evitare che i sedimenti naturali dello stoccaggio entrino nella confezione finale di commercializzazione, inducendo nel tempo i difetti di morchia o avvinato. Si ricorda infine che le confezioni per la messa in commercio devono essere di vetro, scure, perche l'esposizione del prodotto sulle scaffalature sottopone l'olio alla luce e al calore, pertanto il vetro scuro costituisce un'ottima barriera, soprattutto per la luce.

ETICHETTATURA - LEGISLAZIONE

      Ai sensi della normativa vigente per etichettatura s'intende l'insieme delle menzioni, delle indicazioni, dei marchi di fabbrica, di commercio, delle immagini e dei simboli che si riferiscono al prodotto alimentare. Nell'art.2 del D.L.vo 109/92 è ribadito che quanto riportato in etichetta non debba indurre in errore il consumatore sulla natura, l'identità, la qualità, la composizione, la quantità, la durabilità, il luogo d'origine o di provenienza, sul modo di ottenimento o fabbricazione del prodotto. Si precisa inoltre che non debbono essere evidenziate come caratteristiche particolari, quelle che sono presenti in tutti i prodotti alimentari analoghi. Questo vuol dire che tutte le diciture "spremitura a freddo" o "olio di prima spremitura" sono prive di senso e in palese contrasto con la norma, dato che queste sono caratteristiche obbligatorie per tutti gli oli d'oliva vergine prodotti.

      Queste le indicazioni d'etichettatura che ad oggi sono obbligatorie per i prodotti preconfezionati, quindi anche per l'olio:
  • La denominazione di vendita
  • L'elenco degli ingredienti
  • La quantità netta di prodotto presente nella confezione
  • Il termine minimo di conservazione
  • Il lotto di produzione
  • Le modalità di conservazione in funzione della natura del prodotto
  • Il nome o la ragione sociale o il marchio depositato, e la sede o del fabbricante o del confezionatore o di un venditore che operi nell'ambito della UE, nel caso di prodotti provenienti da paesi terzi
  • La sede dello stabilimento di produzione o confezionamento
  • Il luogo d'origine o di provenienza
      Nello specifico per l'olio d'oliva sono obbligatorie le seguenti indicazioni:
  • La denominazione di vendita. Le uniche che possono essere riportate sono le denominazioni destinate al commercio
    • Olio extravergine d'oliva
    • Olio vergine d'oliva
    • Olio d'oliva
    • Olio di sansa d'oliva
  • Il nome o la ragione sociale o il marchio depositato, e la sede o del produttore o del confezionatore o del venditore.
  • La quantità netta di prodotto contenuto nella confezione
  • Il termine minimo di conservazione
  • Il lotto di produzione
      Si ritengono invece facoltative le seguenti indicazioni:
  • Le modalità di conservazione in funzione della natura del prodotto
  • Le indicazioni di tipo ambientale
  • La lettera E, marchio CE per gli imballaggi preconfezionati che corrispondono ai requisiti delle norme CEE sul confezionamento
  • Il luogo d'origine o di provenienza e riguarda solo gli olii extravergine e vergine di oliva. Si può fare riferimento alla sola zona geografica e si può indicare soltanto la zona che è stata riconosciuta come DOP o IGP confermemente ai regolamenti CEE.
      Discorso a parte richiede l'etichetta nutrizionale, che è facoltativa per gli oli commercializzati in ambito comunitario, e obbligatoria per quelli che sono esportati in paesi terzi. In essa sono contenute le dichiarazioni riguardanti il valore energetico e di proteine, grassi, vitamine e colesterolo.

      È necessario, a questo punto, introdurre la polemica sull'indicazione dell'origine. La Legge italiana del 3 agosto 1998, "Disposizioni per l'etichettatura d'origine dell'olio extravergine d'oliva, dell'olio d'oliva vergine e dell'olio d'oliva", prevedeva che potevano essere commercializzati con la dicitura "prodotto in Italia" solo oli il cui intero ciclo produttivo, dalla raccolta al confezionamento, fosse avvenutoo luogo sul territorio nazionale. Inoltre, nella stessa legge, è fatto obbligo di esporre la dicitura "prodotto in parte con oli provenienti da ..." e a seguire il nome del Paese e la percentuale utilizzata, nel caso in cui il prodotto fosse stato altrimenti ottenuto. A questa legge dello stato Italiano ha fatto seguito, da parte della Comunità Europea, una procedura d'infrazione perché la legge 313/98 violerebbe le norme che regolano gli scambi nel mercato unico. Successivamente con un reg.to CE, rimasto in vigore fino all'ottobre del 2001, per luogo d'origine si considera la zona geografica dove si trova il frantoio in cui l'olio è stato prodotto, e non dove le olive sono state raccolte. Rimangono naturalmente al di fuori di queste definizioni gli oli DOP e IGP riconosciuti che sono soggetti a disciplinari specifici. In ogni caso, fino alla data indicata, la dicitura dell'origine era facoltativa per gli oli extravergine, vergine e d'oliva e vietata per tutti gli altri. Regolamento CE successivo, rimasto in vigore fino al 31 ottobre del 2003, prevedeva la facoltà di esporre in etichetta il luogo di produzione e quello d'origine delle olive.
Dal 1 novembre del 2003 si è tornati all'ottore del 2001, pur essendo stati introdotti numerosi altri obblighi tesi alla tutela del consumatore: la massima capacità dei contenitori per la vendita al dettaglio, le indicazioni d'ottenimento e del processo di lavorazione per le varie categorie d'olio, più la possibilità, quindi si ritorna al facoltativo, di inserire in etichetta le diciture "prima spremitura a freddo" o "estratto a freddo" o le caratteristiche organlottiche. Le indicazioni dell'acidità massima (quantita di acido oleico) dovranno essere accompagnate dall'indicazione della percentuale di perossidi, del tenore in cere e dell'assorbimento ultravioletto. Questo significa che se sono indicazioni facoltative, una volta espresse possono essere oggetto di certificazione da parte degli organi di controllo. Quindi quanto più il produttore espone in etichetta tanto più aumenta il suo rischio, nel caso in cui le indicazioni non risultassero essere veritiere.
      Ultima indicazione: il regolamento CE entrato in vigore permette la produzione di prodotti ottenuti tramite miscelazione d'oli extravergine, vergine, d'oliva e sansa d'oliva con oli vegetali di altra natura. Ovviamente in Italia questa produzione è vietata, ma non ne sarà vietata la commercializzazione. In etichetta dovranno essere espresse le percentuali usate, e la dicitura "miscela d'oli vegetali (o i nomi specifici degli stessi) e d'oli d'oliva". Sarà possibile evidenziare con dei simboli la presenza dell'olio d'oliva, se la sua percentuale supera il 50%. Questo significa che l'etichetta sarà l'unico strumento di difesa per il consumatore, e che dovremo abituarci a leggerla attentamente e a fidarci della loro prolissità, oppure indirizzare le nostre scelte su prodotti DOP o IGP per i quali è previsto un disciplinare molto rigido e controlli molto precisi.
      Per il 2005 sono attese nuove indicazioni in etichetta riguardo la "tracciabilità" e "rintracciabilità" del prodotto, oggi allo studio della Commissione Europea, che renderanno l'etichetta ancora più complessa. Quindi cominciamo fin da ora a leggerla con maggiore attenzione e a pretendere indicazioni sempre più precise.

FRODI

      Gli illeciti e le frodi possono riguardare sia la genuinità del prodotto quanto la sua provenienza.
      Per alterare la genuinità ci sono trattamenti chimici che possono rendere un olio di classe commerciale inferiore simile a quello di categoria superiore, tramite raffinazioni e deodorazioni, oppure l'utilizzo di tagli di oli d'oliva di classi diverse, che vengono poi spacciati per oli extravergini o vergini d'oliva. Da puntualizzare che si tratta di frode alimentare di tipo merceologico e non sanitario, poichè il prodotto ottenuto non è nocivo per la salute pubblica. Rimane però la frode di fatto e l'illecito morale.
      Sulla provenienza, aiutati anche dalla confusione delle norme comunitarie che si affastellano sopra quelle dei singoli stati membri, un olio extravergine prodotto in un paese o zona geografica può essere spacciato per un extravergine prodotto altrove.
      Siamo dell'idea che sia facile in ogni caso frodare il consumatore poco attento il quale crede che le grosse multinazionali, pur non possedendo una sola pianta di olivo, riescano a produrre oli extravergini di oliva il cui prezzo al dettaglio varia dai 3,50 ai 6 euro spacciandoli per oli italiani. Tacitamente nascondono dietro il loro nome italiano e la mancata indicazione in etichetta, ricordiamo facoltativa, il fatto che a volte solo il 15-20% del prodotto contenuto nella bottiglia da un litro proviene dall'Italia, il resto dal bacino del Mediterraneo, Spagna e Grecia in testa. Ora, il produttore opera nei termini di legge, il suo prodotto è sicuro da un punto di vista chimico, sarà sicuramente piatto da un punto di vista organolettico e nutrizionale, quindi la frode o l'illecito morale, permesso tra l'altro dalla legge, qual'è? La mancata indicazione della provenienza. In un supermercato sarà facile trovare persone che acquistando una grande marca siano convinte di acquistare un sano prodotto Made in Italy!

GLI ABBINAMENTI CON IL CIBO
VALUTAZIONE DELLE CARATTERISTICHE ORGANOLETTICHE

Tipologia Caratteristiche Abbinamenti
Olio fruttato Sentori di mandorla e pinoli, in cui le note amare e piccanti sono solo accennate mentre prevalgono le note dolci. Supporta il piatto, non coprendone le note proprie, e con la sua delicatezza esalta, sostenendole, le eventuali sostanze aromatiche. Insalate di pesce, pinzimonio, verdure e patate bollite, pesce bollito, minestrone di verdure, minestra d'orzo, focaccia, pizza, carpaccio di pesce, fritture, funghi trifolati, zuppa di pesce o frutti di mare.
Olio fruttato mediamente intenso Sentori erbacei, con gusto leggermente amarognolo e piccante. Apporto d'aroma aggiuntivo al piatto, ne accentua il gusto e il sapore. Insalate fresche composite, anche con l'aggiunta di funghi o carciofi, passati di verdura, minestre di riso, pasta e legumi. Crostacei al vapore, baccalà mantecato, zuppe di pesce, caponata di scampi e molluschi, pesce spada ai ferri, carpacci di carne e pesce, carni bianche, carciofi, asparagi, verdure cotte a tendenza dolce, bruschette e salse.
Olio dolce intenso Profumo marcato di frutta fresca e vegetale. Al gusto le note amare e piccanti si fanno sempre più nette anche se sembrerebbero in contrasto con quanto dichiarato dall'esame olfattivo. L'apporto al piatto è deciso, aggiungendo sapore e complessità. Il suo sapore può coprire quello della pietanza se non giustamente abbinato. Minestre e zuppe saporite, legumi lessati e salse tartufate, salsa al pomodoro a crudo, carni e pesci alla griglia, carpacci.
Olio intenso dal profumo spiccatamente erbaceo Con punte di carciofo, pomodoro verde, mandorla, saporito al gusto con un buon equilibrio tra amaro e piccante. Il suo apporto al piatto fa si che aumenti la complessità dello stesso esaltando il sapore Bruschetta, panzanella, fettunta. Fagioli all'uccelletto, patate lesse, verdure grigliate, zuppa di lenticchie, di cavolo, di farro. Ribollita e pappa al pomodoro. Zuppa di verdure, di fave. Carni e pesci alla griglia, totani e seppie. Salse calde e fredde a crudo su pasta e riso.
Olio intenso e deciso Dal profumo erbaceo, di buon corpo e dal gusto forte e deciso. Prevalentemente amaro e piccante. Il suo apporto è coprente e sconvolge letteralmente l'equilibrio della pietanza e la sua struttura. A crudo su insalate composite. Carne in genere, pesce spada e tonno. Zuppe dolci come porri, cipolle, patate, ecc..

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